sabato 31 luglio 2010

Capitan America (morte e rinascita)




"Capitan America è morto, lunga vita a Capitan America"


Nel mondo incantato dei super-eroi la morte è qualcosa che prima o poi colpisce tutti. In un modo o nell'altro.
Ok, succede anche a noi comuni mortali ma la differenza è che noi almeno siamo vivi, e che i super-eroi, presto o tardi tornano. Sempre!

Non molto tempo fa, la morte per i super-eroi, era un modo per uscire di scena quando la testata non vendeva più. La morte arrivava frettolosa e provava ad essere dignitosa coinvolgendo lo sfortunato eroe in epiche battaglie dove si immolava, di solito, per la salvezza di uno o di molti o di tutti, una differenza di poco conto. Naturalmente quando nelle Grandi Case ci sono dei vuoti di idee si tende a rilanciare qualche super-eroe defunto e dimenticato cercando cosi, con la sua rinascita-resurrezione, di far sopravvivere una determinata testata.
Ma come poteva tornare qualcuno dal mondo dei morti? Allora gli autori si scervellavano con ipotesi assurde e macchinose. Si hanno così cloni morti al posto dell'originale, dimensioni parallele, viaggi nel tempo, lotte negli inferi, patti col diavolo etc. Di solito dopo il primo episodio il "ritorno" smette di essere un problema e si va avanti come niente fosse successo. Tranquillamente.

Poi c'è stata la guerra civile. Civil War. Eroi contro eroi. Una saga che ha cambiato il rapporto tra il mondo fitizio e la realtà. La sua estrema conclusione è stata quando Capitan America è morto. Una morte simbolica e reale avvenuta a tradimento prima che Cap subisse il processo per gli avvenimenti della Guerra Civile (lui era contro la registrazione e la sua fazione è stata sconfitta, o meglio, lui ha ordinato di deporre le armi e si è consegnato al capo della fazione opposta, Tony Stark, alias Iron Man, vendicatore e amico di Cap).
Questa morte, orchestrata da Mark Millar e scritta da Ed Brubaker, uno scrittore molto hard-boiled, ha fatto molto parlare sia per il suo simbolismo sia per la sua tragicità. Molti si chiedevano: -ma è veramente morto?- la risposta era sempre la stessa: -si, capitan america è morto-.
Sono passati tre anni, e ora siamo nel Regno Oscuro di Norman Osborn (alias Iron Patriot ora, prima Goblin) e Capitan America, il vero, il primo Steve Rogers sta per risorgere con la miniserie , sempre di Brubaker, Reborn.

Naturalmente.

Ma cosa rende questa morte e rinascita diversa dalle altre di cui accennavo all'inizio? Prima di tutto non è stata una morte dettata da necessità, far fuori Capitan America non è facile è un personaggio che vive da 60-70 anni e scusate se è poco. Poi non è stata affatto sconclusionata ne macchinosa. E' stato ucciso. Anche se la rinascita è fedele ai cliché dei viaggi del tempo e/o spaziotemporali ma a renderla diversa, a mio avviso, è il livello della narrazione, quella narrazione che sta facendo appassionare molti lettori verso il complicato e complesso mondo dei super-eroi.

domenica 25 luglio 2010

Shamo. Nato per combattere


Shamo è il nome di una razza di galli da combattimento ma anche uno dei fumetti più belli che ho letto.
E' un fumetto realistico, duro e a modo suo poetico, una poesia fatta di vignette che fotografano particolari dando un ritmo esatto alla narrazione per poi esplodere in immagini evocative.
I combattimenti non sono fatti da pose plastiche, sguardi cattivi, colpi segreti o altre cose tipiche dei manga "picchiaduro". Nelle vignette sono fotografati dettagli in rapida sequenza. Un piede che si sposta, un muscolo che si flette, una riflesso. Tutto questo senza la minima didascalia, poche onomatopee. Le poche parole durante i dialoghi sono i pensieri del protagonista che molto spesso si trasformano in immagini evocative.
La storia è molto complessa e le vicende si susseguono veloci e senza indugiare in ripensamenti, i cicli narrativi si chiudono violentemente e non lasciano entrare luce nel mondo oscuro di Rio Narushima.


Rio Narushima è il personaggio di questo manga sul karate, ma non è di certo un eroe anzi, la sua storia inizia con l'omicidio dei propri genitori, proprio da parte sua, in una calda sera d'estate. L'autore non indugia e il manga inizia a omicidio già compiuto. Rio si sentiva chiuso in trappola, soffocato dalla propria famiglia, senza via d'uscita. Si era reso conto che tutto quello che faceva, studiare per diventare il migliore della classe e aspirare ad entrare alla più prestigiosa università di Tokyo, suonare il piano, non lo faceva per se, ma per assecondare i desideri dei propri genitori. Questa consapevolezza lo ha portato al gesto estremo. Dalla strage si è salvata solo la sorella Natsumi Narushima a cui Rio è molto legato. Rio è anche convinto di aver liberato la sorella dal giogo familiare.

Rio è un ragazzo mingherlino, da studiose e le sue mani da pianista non hanno mai dato un pugno. Ne mai ne ha preso uno. In riformatorio, per quelli come lui, la vita non è facile. Il fatto che ha ucciso i propri genitori di certo non aiuta a guadagnarsi il rispetto e dalla prima notte subisce violenza da un gruppo di detenuti.
Non voleva subire il giogo dei genitori ma si trova a subirne uno ben più doloroso. Tutto questo ci viene raccontato con freddo distacco, l'autore non da spazio a riflessioni ne a facili morali. non nasconde la testa dentro la sabbia ma attraverso i suoi occhi ci fa vedere tutto il lato oscuro della vita.
E' in riformatorio che Rio conosce il karate e attraverso di questo inizia il suo cammino prima improntato sulla vendetta poi sulla sopravivenza.
Esce dopo due anni e si trova solo. I parenti hanno voltato le spalle a lui e alla sorella che ha espresso tutto il suo odio verso il fratello nell'unica visita che gli ha fatto dove le ha dichiarato che sarebbe andata a vivere in città e si sarebbe prostituita.
La prostituzione è anche il sostentamento di Rio. E' molto richiesto e ha modo di sfogare la sua rabbia facendo da guardia spalle per la yakuza. Fino a quando non vede combattere in tv Naoto Sugawara, un karateka che sembra avere tutto, soldi, fama successo ma nonostante tutto combatte come se ne andasse della sua vita. A vederlo Rio ha un illuminazione e si mette in testa di affrontarlo.
Varie vicessitudini portano Rio al duello finale sul ring del Lethal Fight. Dove alla fine perde andando Ko, svenendo in piedi, col corpo martoriato dai colpi pesanti di Naoto.

La storia continua ma la narrazione resta sempre distaccata e fredda, a volte allucinata.
Un manga davvero oscuro la cui publicazione è stata interrotta sia in patria (dove comunque è ripresa sotto un'altra casa editrice) sia in Italia dove invece è ferma al 19esimo volume in cui si vede l'entrata in scena dei Cani Neri, una specie di cellula dormiente della scuola di karate a cui appartiene Naoto Sugawara.
Come dicevo Rio è il protagonista di questo manga ma non ne è l'eroe infatti negli ultimi numeri lui non appare più, ma il posto di protagonista viene preso da Toma Takahara un ballerino che abbandona un fulgido presente per apprendere l'arte del karate e sfidare con lo scopo di redimere Rio Narushima.

In questo manga ci sono forti riferimenti alla realtà del karate in Giappone, degli interessi economici che ci sono dietro, dei produttori televisivi senza scrupoli, della yakuza

un manga a tinte forti ma che dipinge la vita dove vita non c'è.


venerdì 23 luglio 2010

voglia di horror (pt.3)


per spezzare un po la mia personale maratona di polizioteschi (quei film con inseguimenti riciclati, macchine che tornano nuove e un po di denuncia sociale -e qualche tettina-) ieri sera ho visto Blood and Chocolate,
devo dire che mi aspettavo un film malato di cannibalismo-vampirismo-erotismo (non so perché avevo questa idea, forse il titolo mi ha fuorviato o magari ho solo confuso recensione)
invece questo film parla di lupi mannari
va bene dico io "se magna!"
vedo dei ragazzi fare qualche mossa di parcour e ammetto che mi sono venuti in mente i salti (visti nel trailer) di Twilight ma senza effetti speciali spaparanzati. poco male penso,

il male invece c'era!
era celato in una lovestory tra umano e licantropo che ricorda tanto Romeo e Giulietta o senza scomodare i classici il già citato Twilight
e il cioccolato del titolo che c'entra?
semplice
la protagonista licantropa lavora in una cioccolatteria
e se questo vi sembra pretestuoso e fuorviante dovete sapere che la ragazza protagonista si trasforma in un lupo (ok è un licantropo)
in un lupo... Bianco!!!
ah e per dare al film qualche speranza di essere sequelato ci hanno messo in mezzo anche una profezia vecchia di 5mila anni.

un ultima cosa
la tipa-lupa si invaghisce di un artista squattrinato
romantico ok
ma il tipo si dimostra essere poco meno di un ninja con una certa pratica ad usare le armi da fuoco
e poi mi spiegate come un artista squattrinato pensa di arrivare a Parigi da Bucarest con una Maserati? con quel che costa la benzina???

ps, i lupi mannari li potete uccidere con un ciondolo d'argento, glielo poggiate sul collo e lui muore

bahhh


martedì 6 luglio 2010

KICK-ASS spacca!



Mark Millar è un fottuto genio! Va bene, forse sto esagerando con l'entusiasmo ma secondo me Mark Millar sta al fumetto come Tarantino sta al Cinema. I dialoghi ,ad esempio, surreali e volgari; le citazioni, il ritmo della narrazione. Sono tutte cose che fanno di Millar uno degli autori di fumetti più "cool" del momento. Assieme a B.M. Bendis ha dato vita alla nuova rinascita dei super eroi, l'Universo Ultimate di cui si è occupato principalmente delle prime due (fantastiche?) stagioni di Ultimates. Ma ha anche scritto il cross-over che ha rivoluzionato gli equilibri dell'Universo Marvel Classico: Civil War!

Lo Scozzese Millar è anche autore di Wanted (tradoto pessimamente in film) serie cattiva sui super eroi e dove inizia la sua analisi spietata, irriverente, divertente verso il mondo fittizio degli eroi in calzamaglia. L'ultima sua prova, in questo senso, è Kick-Ass! dove il nostro sovverte il principio che vige da un po' nel mondo dei comics supereroistici che tendono a portare la realtà nel mondo dei super eroi, lui, porta i super eroi nella realtà! Ma se in Wanted i super poteri e le altre finzioni tipiche di questo mondo esistono ancora in Kick-Ass c'è solo un nerd che non si accontenta di fare cosplay, ma si mette in testa di diventare il primo super eroe del mondo reale. Le cose non vanno esattamente come aveva previsto e si ritrova ben presto all'ospedale con un bel po' di ossa rotte. Nonostante tutto, una volta uscito riprende la sua opera di caccia al crimine e cosi incontra altri personaggi come lui (per come lui intendo demenziali, assurdi).
La trama è semplice ma ci sono numerosi colpi di scena davvero sorprendenti ma è anche divertente il gioco delle citazione che costantemente pervadono i dialoghi dei personaggi.
Anche di questo è in uscita un adattamento cinematografico ma come amante del fumetto credo che al cinema tutto questo risulterà finto, esagerato. Non fraintendetemi, anche il fumetto è finto ed esagerato ma cavolo quanto è divertente.