martedì 29 novembre 2011

ah, ho pure un blog!

ah... ho pure un blog... dovrei aggiornalo, parlare di Billy Bat che credevo fosse una specie di Batman stile shonen e invece è Naoki Urusawa che mette Topolino (mickey mouse/billy bat) al centro di un intrigo che affonda le radici nel passato remoto fino a usare come protagonisti Lee Oswald e Kennedy e la loro vicenda (che ha segnato gli anni 60). Un contesto storico caratterizzato con precisione e da un punto di vista ampio e diverso dal solito che potrebbe essere quello occidentale. Parlare della musica che ascolto. e che non capisco. oppure capisco troppo. Tipo ex metallari che fanno rap hardcore. usando la violenza tipica dei riff metal nelle loro rime. fuse in basi fin troppo elaborate. forse figlie del boom dei Rave che ha investito l'Italia col suo carico di drogucce più o meno pesanti. Sarà---quel che sarà? o chi vivrà vedrà? intanto mi godo Game of Thrones progettando mentalmente magliette, tavole, illustrazioni, la strada che vorrei seguisse la mia vita.

 hasta la vista
Diabolo 666 / brujeria
(inchiostrato a photoshop... farò di meglio sulle matite spero)

domenica 18 settembre 2011

Sucker Punch

"Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno." cit Edgar Allan Poe
Questo film, "sucker punch" è stato atteso al varco da molti. Un film con molte buone premesse, ultimamente, significa una grande delusione, fregatura. A leggere un paio di blog e recensioni in giro si capisce che l'Italia non si fa abbindolare da promesse di "alice nel paese delle meraviglie coi draghi e i mitra" (ma se lo avrebbe detto tremonti magari ci avrebbe pure creduto...). In effetti il film è quello che mi aspettavo. una bella confezione ma abbastanza povera di contenuti. Appena uscito nelle sale americane, su DeviantArt, imperversavano fan-art e cosplay. Cose che spaventano. Come "avatar" che mi sono rifiutato di vedere. Però questo "sucker punch" avevà un nonsochè di underground, di giovane e alternativo che mi ha fatto vincere "la paura". L'intro è spettacolare. Da graphic novel. Con una Sweet Dream triste e disperata, schizofrenica cantata dall'attrice protagonista Emily Browning (aka Babydoll). Mi fa quasi desiderare che tutto il film sia su quel registro. In breve, l'intro, parla di una ragazza a cui muore la madre. Il patrigno cattivo però vuole impossessarsi dell'eredità e tenta di uccidere la ragazza, non ci riesce e prova a fare lo stesso con la sorella della protagonista, più giovane e indifesa. Nel tentativo di difenderla la uccide accidentalmente, dando così al patrigno un occasione d'oro per impossessarsi dell'agognato patrimonio. Fa rinchiudere la figlia in un manicomio e elargendo mazzette riesce a prenotare una lobotomia per la figlia. La storia inizia qui. Però è un altra storia. Quella di Babydoll, un orfana, venduta ad uno strano, esclusivo e particolare bordello. Con le sue amiche di disavventura Rockett, Amber, Blondie e Sweet Pee organizzano la fuga. I protagonisti sono gli stessi che vediamo nel breve intro, ma interpretano ruoli diversi, così abbiamo la psicologa che diventa maitress, il dottore che diventa il padrone del bordello e così via. Già questo cambio di binario, o questa corsa a doppio binario potrebbe disorientare ma come in un gioco di scatole cinesi, si amplia ancora e così veniamo catapultati in quel mondo che il regista ha definito "un paese delle meraviglie con i draghi e i mitra". Infatti la nostra Babydoll, quando deve ballare, con la bella canzone di Bjork "army of love", entra in un mondo tutto suo dove è una guerriera vestita alla marinara (niente cristalli della luna però) armata di pistola e katana che deve combattere di volta in volta (struttura da gioco di ruolo con grafica da videogame) mostri sempre più potenti sconfiggendo i quali riceve degli "oggetti" (items) che servono a liberarla . Questi oggetti poi vengono usati nel mondo "reale" e raccolti tutti dovrebbero consentire la fuga delle ragazze. Alla fine non va tutto bene e le compagne di Babydoll muoiono ad una ad una (a dire il vero muoiono nel giro di 10 minuti...) chi si sacrifica per salvare l'eroina, chi viene giustiziata. Alla fine si salva solo l'eroina, Babydoll, e Sweet Peach ma alla fine, in un lampo di consapevolezza Babydoll capisce di essere lei "l'oggetto" misterioso, l'ultimo che garantisce la fuga da quel mondo e sacrificandosi permette la fuga dell'amica. Poi la scena torna al manicomio dove osserviamo come i danni prodotti nel mondo alternativo siano successi anche in quello reale. cazzettone finale END
allora in tutto questo spostarsi in mondi paralleli bisogna dire che visivamente è un gran bel film. Potente nelle parti fantasy e romantico in quelle più reali del bordello, tanto da farlo assomigliare per certi versi a Moulin Rouge, vuoi per le musiche e la loro funzione vuoi per l'ambientazione. Il lato negativo sono le domande senza risposta e il gusto di insoddisfazione alla soluzione finale... ma per alice nel paese delle meraviglie con i draghi e i mitra non si deve chiedere troppo.

sabato 20 agosto 2011

X-Men Forever



Premetto che non sono un esperto di Storia Marvel. Mi sono avvicinato da poco al complesso e variopinto mondo dei super eroi in calzamaglia grazie a quel "Ultimate Spider-Man" uscito in edicola nei "Classici del fumetto - serie Oro". Da allora ho iniziato a frequentare l'ambiente dei super e, complice anche la recente invasione dei "cinecomics", ne sono rimasto affascinato, invischiato come nella tela del fatidico ragno. Questo per dire che io degli X-Men, quelli classici, non sono un esperto ma ho letto abbastanza editoriali per sapere che Chris Clearmont (o meglio X-Chris) ha scritto le pagine più importanti di questa testata. La Marvel, in uno slancio di generosità, ha dato la possibilità al rinnegato Chris di scrivere di nuovo per gli Uomini X e di farlo a modo suo. Ovviamente slegato dalla continuity.
Questo è "X-Men Forever", arrivato al terzo volume in Italia. Credo che sia un'operazione nostalgia bella e buona; nel bene e nel male. Tra dialoghi interiori delle tormentate protagoniste e sexy cattive antagoniste sembra davvero di leggere un fumetto di 20anni fa e neppure i disegni sono degni di nota. Non me ne vogliano gli X-Fans ma più vado avanti più mi accorgo che non tutte le ciambelle riescono col buco.


In definitiva questo "X-Men Forever" non ha un target di riferimento, gli adolescenti che trovavano intriganti gli X-Men allora, oggi hanno come minimo 30anni e la sospensione dalla realtà ha un limite, mentre gli adolescenti di oggi hanno altri interessi che vedere sexy eroine in calzamaglia e assistere a dialoghi interiori poco credibili.
E io perché lo compro?


un po di spoiler? Wolvie muore, la Bestia flirta con Jean "fenice" Grey, sabretoth diviene un membro degli X-men e si scopre (?) essere il padre dell'artigliato canadese. Tempesta tradisce e diviene la regina del Wakanda (dopo aver fatto uccidere suo marito Pantera Nera), Colosso è tornato nella madre Russia e sta con Natasha Romanov (aka Vedova nera) con gran dispiacere (e qui i dialoghi interiori si sprecano) di Kitty Pride...

sabato 6 agosto 2011

Raqiya - un bel manga (finalmente)

Da un po di tempo mi lamento del fatto che girino pochi manga interessanti (dal mio punto di vista) e avevo quasi abbandonato la speranza di emozionarmi nuovamente per questa forma di fumetto che tanto mi ha dato per la mia crescita (se non intellettuale, artistica quantomeno).
La storia di Raqiya è un Mistery-Horror di stampo mistico, tratta infatti di divinità Gnostiche. Una ragazza, Luna, perde i suoi genitori e tutta la sua famiglia in un incidente stradale in America. Le si presenta una divinità di Sangue che le offre un patto; dodici vite sacrificali in cambio della sua famiglia. Sette anni dopo la vita di Luna sembra trascorrere normalmente ma un uomo misterioso le si presenta riportandole alla mente i ricordi cancellati di quel terribile incidente. Infatti l'uomo assisti all'incidente e alla terribile apparizione della Divinità. L'uomo in preda ad un raptus di follia si precipita sulla casa di Luna con un camion-cisterna uccidendo così, nuovamente, la famiglia di Luna. Adottata dallo zio paterno, torna in Giappone dove cerca di tornare alla normalità, ma la Divinità non è ancora sazia e chiede ancora il suo tributo di sangue. Sullo sfondo intrighi di multinazionali.
Questa storia è ben supportata dai disegni del coreano Boichi il cui stile mi ha particolarmente colpito. Adoro i manga realistici ma molte volte le vignette non si amalgamano bene tra loro. Infatti capita spesso che le vignette realizzate con riferimenti fotografici differiscano dallo stile del disegno del manga dando una sensazione orribile di copia-incolla o, peggio ancora, di fotocopia (sensazione che ho avuto con Death Note, ad esempio). In questo manga non si avverto questo gradino e anzi riesce ad inserire le classiche vignette umoristiche in stile deformed, tipiche dei manga, senza scalfire il realismo o la leggibilità della storia, anzi, questi siparietti comici contribuiscono alla riuscita della storia smorzando il ritmo e facendoci conoscere meglio le caratteristiche dei personaggi (per ora i principali sono Luna, e due suoi amici) senza penalizzare il taglio realistico.
Il manga è composto da 5 tankobon in Italia proposti da Planet Manga.

Spero di leggere altri manga come questi.

sabato 18 giugno 2011

Lords of Chaos (bordello nella testa)


Lords of Chaos è un libro un libro sul Black Metal e sulla sua feroce apparizione nella scena musicale e nella cronaca nera, con uguale intensità, nella prima metà degli anni novanta in Norvegia e via via in altre regioni Scandinave, nel resto d'Europa e negli Stati Uniti (anche se adesso ci sono formazioni in Cina, Nuova Zelanda, Medio Oriente...).
Per chi conosce questa scena musicale sa che viene associata al satanismo, in modo più o meno sbagliato. In questo libro viene analizzato il rapporto effettivo col satanismo da parte degli appartenenti alla scena e sopratutto viene analizzata la vicinanza ideologica al nazionalismo e al nazismo.
Ho riflettuto sul rapporto controverso tra musica e politica, in un contesto territoriale.
La Sardegna non è la Norvegia ma le tradizioni pagane che hanno dato un identità al Black metal e fornito un alibi più ponderato e meno infantile del Satanismo per il rogo delle chiese sono presenti in un modo abbastanza simile. Ovvero, di simile c'è la riscoperta, da parte di molti giovani delle radici pagane della Nostra Isola. Per la maggior parte queste radici sono vendute sotto forma di Souvenir ai turisti o come una scusa per far bisboccia; ma c'è una parte di persone che si occupano di queste radici seriamente e si impegnano per raccoglierle e tramandarle. Appare ovvio, quindi, che la riscoperta di queste radici va di pari passo con la nascita o l'evoluzione di qualche movimento politico che mette un forte accento sulle tradizioni storiche e culturali della Sardegna. Un movimento che attira i giovani che a loro volta vengono attratti dal "mondo che c'era una volta" fatto di tradizioni ancestrali, janas e figure minacciose rappresentate tuttora dal baccano delle maschere tradizionali del carnevale.

Il Black Metal norvegese ha compiuto questo cammino di avvicinamento all'ala ultra nazionalista tramite una condivisione di simboli ma non credo abbiano molto di più in comune anche se molti personaggi chiave (Varg Vikernes su tutti) si schierano in maniera controversa sulle posizioni dei movimenti anti-semiti. Va detto che la Norvegia non è l'America e il problema dell'immigrazione non è a livello da poter dare una qualche giustificazione sociale alle prese di posizione. Secondo me c'è stato un processo di avvicinamento da parte dei Nazionalisti norvegesi verso la scena Black Metal quando hanno visto in loro un potenziale distruttivo e propagandistico. Per sua natura il Black Metal è un genere estremo, sotterraneo e oscuro. L'evoluzione che c'è stata dai Venom ai Mayhem è molto profonda. Dai testi infantili e inneggianti al "signore oscuro" ai testi di matrice fantasy. Poi si scopre che la loro terra, la Norvegia ha molto da condividere col fantasy che loro interpretavano nei Giochi di Ruolo e prendono molto seriamente la mitologia Norrena e qui ci può essere il primo punto d'incontro tra la musica e la politica. Il nazismo Hitleriano è impregnato di mitologia, di rune e di temi e valori figli di quella cultura ormai sepolta. Il resto è tutto, o perlopiù -secondo me- figlio dell'attenzione morbosa dei media.

Per ultimo, quello che vorrei dire è che la musica schierata politicamente non è solo il Black Metal e personalmente non mi riconosco negli ideali espressi da molti gruppi ma continuo ad ascoltare la loro musica, forse con più coscienza sul significato delle loro canzoni. Dicevo condannare un genere musicale perché schierato politicamente è ingiusto. In Italia la musica schierata politicamente esiste e ha raggiunto posizioni in classifica, certo esiste anche una realtà underground meno nota ma gruppi come Modena City Rumblers, 99posse sono noti al grande pubblico e nei loro testi sono espliciti i riferimenti a politiche sinistrorse. Sarebbe ipocrita dire che fanno musica "socialmente impegnata" come ascoltare gli Assalti Frontali non fa di me uno "impegnato politicamente o socialmente".

domenica 5 giugno 2011

sarah jezebe deva... e l'adolescenza inquieta

Ultimamente sto tornando a scrivere e disegnare, non quanto e soprattutto non come vorrei ma è pur sempre qualcosa meglio di prima. Non so se posterò mai qualche storia o qualche disegno qui ma è molto probabile che si alternino alle recensioni e ai patetici post personali. Poi vorrei fare post più generali. Work in progress dai. Ma ora torniamo alle cose serie.

Io ero, ai tempi, un grande ammiratore di Sarah Jezebel Deva, la sua voce nei cd dei Cradle of Filth era qualcosa di innaturale, celestiale e diabolica assieme. Ho scoperto che la nostra Sarah ha intrapreso anche la carriera solista. Dopo aver prestato la sua voce a una miriade di gruppi più o meno importanti in maniera più o meno influente, Sarah J.D. si è fatta un suo gruppo, gli Angtoria, dei quali è uscito da poco il loro secono album.
Logico che abbia deciso di ascoltare i suoi lavori. sia con gli Angtoria sia di JD solista e alla fine sono rimasto deluso, anzi peggio, indiferente. La voce non da particolari stimoli e non brilla per tecnica o originalità. La band nel complesso si limita ad accompagnare "il pezzo grosso". Di certo non mancano i gruppi cosidetti "gotic" che perlopiù sono "female fronted" e molto spesso basta che sia una donna al microfono per ettichettare come gotic una band. Ma ancora peggio è che il successo di queste band, il più delle volte viene sancito dall'avenenza della cantante...
senza offesa, non credo questo sia il caso di JD.

mercoledì 20 aprile 2011

Fumetti ad ampio spettro

Si parla tanto di come le nuove tecnologie abbiano influito (più o meno negativamente) su musica e cinema. Il cugino povero del cinema, il fumetto, non è stato risparmiato da queste problematiche. Proviamo ad esaminare cosa abbia significato per il fumetto il doversi confrontare con le nuove tecnologie (che ormai tanto nuove non sono più).

Sicuramente Internet ha contribuito in maniera considerevole alla diffusione e all'esplosione del “fenomeno manga” ma allo stesso tempo è stato colpevole di diseducazione sul mezzo espressivo in generale. Da un lato abbiamo ragazzi che scaricano o guardano in streaming ogni serie che esca in Giappone, dall'altro abbiamo il solito dramma dell'editoria e tutte le sue conseguenze. In effetti l'influenza degli effetti della globalizzazione è simile a quella delle altre industrie di intrattenimento (musica e cinema).
Ma le differenze quali sono?
Ad esempio la diffusione in rete dei contenuti è molto diversa da quella raggiunta da film e musica. Mentre per la musica la differenza tra un mp3 scaricato dal mulo e una traccia di un cd originale è perlopiù irrilevante, infatti dipende da come si ascolta la musica e dall'impianto audio a disposizione, e per i film le differenze sono minime per quanto riguarda la qualità e, come per la musica, la qualità finale dipende da come si usufruisce del prodotto (TV, surround, lettore...). Per i fumetti, le scanslation, la qualità finale è dipendente direttamente da come viene digitalizzato il prodotto. Fare scanslation è un lavoro artigianale al contrario di musica e film dove la maggior parte del lavoro viene affidato al processore. Bisogna slegare il fumetto a singoli fogli, scannerizalo e poi rilegarlo nuovamente. Questo incide anche sul prodotto originale iniziale, cosa non da poco. Naturalmente non tutti fanno questo, così in rete si trovano tantissime scanslation che sono praticamente fotocopie e nulla più.

Il vantaggio è la diffusione che il prodotto può raggiungere grazie ad Internet. Fino ad un decennio fa la diffusione del fumetto era generalmente rilegata alle sole edicole e solo in una minima percentuale ai circuiti delle librerie specializzate limitando così di fatto gli orizzonti degli appassionati. Ora la produzione di pubblicazioni specifiche per il circuito librario non è più un limite alla diffusione. Anche per gli indipendenti la possibilità di vendere il loro prodotto direttamente sulla rete è un vantaggio non indifferente e possono raggiungere un visibilità che non era pensabile fino a poco tempo fa.

Ultimamente si parla di prodotti studiati appositamente per il mercato digitale, questo è stato già teorizzato da Will Eisner nei suoi manuali sul fumetto. Bisogna ricordare che Eisner non era un giovane ventenne quando scrisse le sue teorie sulla digitalizzazione del fumetto, ma era semplicemente Eisner, il padre del fumetto occidentale moderno.

domenica 17 aprile 2011

Evilenko





Non è propriamente un film horror ma spaventa ed è comunque un bel film.

Evilenko è il protagonista di questo film ambientato in una Russia che si libera a fatica del comunismo. E' ispirato ad un serial killer realmente esistito a Rostov, il mostro di Rostov appunto, un tale Andrej Romanovič Čikatilo, attivo fra il 1978 ed il 1990. In questi anni uccise 53 fra donne e bambini. Fu giustiziato nel febbraio del 1994.

Il film si regge tutto sull'ottima interpretazione di Malcom McDowell (il famoso Alex drugo di Arancia Meccanica, ma che in vecchiaia si è saputo ritagliare ruoli interessanti anche se non da protagonista. Gli halloween di rob zombie e la serie Heroes, ad esempio).
L'Evilenko del film è un uomo che non capisce la fine del comunismo e si trova disorientato nella nuova società che non capisce i suoi metodi. Lui è un insegnante delle medie e le sue lezioni sono propaganda comunista che non interessa minimamente ai suoi allievi. Comunque lui è convinto delle sue idee e accusa i colleghi di essere anticomunisti. Anche quando viene accusato di tentato stupro da una sua alunna si lamenta di essere vittima delle ritorsioni dei suoi colleghi anticomunisti. Nonostante questo, viene allontanato dalla scuola. Viene assunto dal KGB, ma il suo ruolo è solo quello di occupare una scrivania. E di viaggiare. Durante questi viaggi adesca bambini o giovani donne che uccide e in parte cannibalizza.
Dopo più di venti omicidi la polizia decide di intervenire e ingaggia un giovane e rampante Detective di trovare e fermare Il mostro di Rostov.
Le indagini iniziano ma le poche prove e testimonianze non portano a nessuna conclusione concreta. Fino a quando, nonostante si tratti di un “nemico del comunismo”, il Detective non decide di chiedere aiuto ad un psichiatra, sospettato anch'esso di essere il serial killer per via del suo passato da pedofilo omosessuale. Lo psichiatra trova presto Evilenko ma viene eliminato dallo stesso. L'escalation di omicidi non si ferma e i racconti delle vittime sono confusi, infatti Evilenko li ipnotizza per attirarli nel bosco dove cerca di stuprarli e ucciderli.
Evilenko viene catturato perché fortemente sospettato anche in assenza di prove e tramite dei trucchi psicologici viene indotto a confessare. Confessa più di 50 omicidi, quasi il doppio di quelli per cui era sospettato.

Il film si chiude con queste parole:
« Andrej Romanovic Evilenko
è stato dichiarato sano di mente
e colpevole.
È stato ufficialmente giustiziato
il 14 febbraio 1994.
L'esecuzione è avvenuta non si
sa dove e non si sa come.
Nel natale del 1993, due istituti di ricerca,
uno tedesco e uno americano, avevano
offerto all'ex Unione Sovietica importanti
somme di denaro per averlo.
Vivo. »

Come dicevo non è un film horror, ma un ritratto realistico del personaggio ma sopratutto del territorio e della società che fa da sfondo alle vicende. Certo ci sono scene da incubo sia per livello di sangue sia per perversione, ma non sono fini a se stesse e contribuiscono a fornirci un ritratto di “un comunista che mangiava i bambini”.
Il regista David Grieco è anche autore del libro che porta lo stesso titolo. Un ottima prova di regia ma quello che più affascina, ripeto, è l'interpretazione di Malcom McDowell.

sabato 26 marzo 2011

contaminazioni, infiltrazioni, confusioni

guardavo il film "vampire girl Vs. frankenstein girl". Il titolo è tutto un programma. Mettici un po di Twilight, un po di Kamikaze Girl, un titolo a caso dei vari "godzilla contro..." e frulla con Kill Bill e salsa Wasabi. Gustare. Anche se il film ce la mette tutto per disgustare e legarsi così al filone "guro" (tokio gore police ad esempio). Ma è una commedia, sciapida. più che un film da cui Tarantino prenderebbe spunto sembra che cavalchi l'onda dell'iperviolenza senza senso Tarantino Style.
La cosa strana è che il film si lascia guardare, diverte pure. L'uscita di un film come Sucher Punch significa che il grande pubblico è pronto per questo tipo di "avventure".

ah, l'ingrediente twilight non dovrebbe spaventare nessuno, l'ho messo li per dire che c'è un po di romanticismo in questa giostra di sangue e budella e ossa e ancora sangue, ed è la parte commedy del film, per dire... inoltre non preoccupatevi, i vampiri non sbrillucicano anche se non temono la luce del sole.

e di frankie che si dice?
beh lui è uno scienziato pazzo vestito da demone kabuki... cosa volere di più?

mercoledì 16 marzo 2011

deriva personal-patetica


uff, ho paura che anche marzo se ne andrà senza nuovi post fumettorrorosi... sto scrivendo qualcosa su Empowered e vorrei spendere un post sulle Saghe dei Grandi eroi, in particolare su Guardian-Devil (diavolo custode ) scritto e disegnato da un team d'eccezione: Kevin Smith (Clerks, tanto per dire) e Quaseda (editor in chief marvel, anzi da poco promosso a non so quale mansione di supervisore ..., illustratore superbo di molte copertine strepitose).
E' anche da un pezzo che volevo scrivere qualcosa sulla "deriva manga" ma ancora non ho bene focalizzato le idee...

in mezzo a tutto questo ci metto il nuovo "lavoro" in tipografia e la voglia, tanta, di creare qualcosa. di dimostrare che ci sono. quindi lavoro sulle storie e sui disegni, che per ora non sono che appunti e schizzi sparsi, persi

non so, forse questo blog prenderà una piega un po più personale... chi vivrà vedrà

mercoledì 26 gennaio 2011

Halloween – di Rob Zombie



Il cinema horror, soprattutto quello made in USA o mainstream, va a cicli. Negli anni '90 i serial killer mascherati crescevano di numero e macinavano sequel, poi è stata la volta dei remake dei film asiatici, inaugurata da “the ring” e proseguita con ogni film horror il Sol Levante sfornasse (arrivando, assurdamente, a fare il remake di “REC” ). Allo stato attuale delle cose si è arrivati al remake dei film sui serial killer mascherati, come dire da due idee infelici arriveremo ad una intuizione originale? I botteghini dicono di no, gli appassionati pure, forse qualche critico dopo aver visto i remake è riuscito ad apprezzare più gli originali, ma di certo non hanno portato nessun significativo beneficio al mio amato genere.
Bisogna dire però che ci sono stati delle eccezioni, come a confermare la fatidica regola. Questa eccezione ha il nome di Rob Zombie. Il regista aveva precedentemente sorpreso con i suoi “la casa dei mille corpi” e “la casa del Diavolo” e molti, io compreso, temevo che il Rob fosse stato in qualche modo assoggettato alle dure leggi di mercato (ben più spaventose dei film) e temevo per la prematura scomparsa (dal punto di vista artistico-cinematografico) di un così promettente regista.
Molti per “remake” intendono solo rifare gli effetti speciali, digitalizzare qua e la, aggiungere un cellulare per dare il tocco di contemporaneità e poco altro, svilendo in questo modo l'opera originale.
In “halloween – the begining” (questo il titolo originale), si da un contesto alla nascita del Male in Mike Myers, si assiste alla sua trasformazione e si resta colpiti soprattutto dall'apatia del piccolo Mike nel compiere i suoi primi crimini. Ottima la prova interpretativa di Malcom McDowell nella parte dello psichiatra che segue il caso.
In poche parole questo Halloween spaventa ed inquieta rimanendo fedele al primo film di Carpenter.

La vera sorpresa è che Rob Zombie dirige anche il sequel del remake (il massimo della boiata secondo me, in questioni di termini almeno). Tremo all'idea ma con coraggio affronto la pellicola. In questo film si vede che manca un po' di passione (il regista era contrario a questo sequel) ma risulta un film totalmente nuovo rispetto alla saga originale dando così nuova vita al personaggio di Mike Myers e confermando ulteriormente il regista come mio personale Profeta dell'Horror.
Se vogliamo, questo film è il più lisergico di quelli finora diretti da Zombie. Infatti sono numerose le scene con particolari effetti di luce da atmosfera di vecchi film horror (grande passione del regista) e le incursioni nel subconscio malato di Mike.

Un personaggio importante in questo film è la sorella di Mike, unica superstite della famiglia Myers. Lei vive cercando di dimenticare e sembra riuscirci, a parte qualche strano sogno che le ricorda chi lei sia in realtà. A complicare le cose arriva in città lo psichiatra che ha seguito Mike con il suo nuovo libro. Ormai manca poco ad Halloween e per Mike è tempo di ricongiungersi a quel che resta della sua famiglia travolgendo con la sua follia omicida chi si para davanti al suo percorso. Guidato dalle visioni della madre morta (shery moon zombie), che lui vede come un essere pure che conduce un cavallo bianco, torna ad Haddonfield e alla vecchia casa dove tutto è iniziato. E dove tutto deve finire.

Il finale c'è, è tragico e violento, in linea col finale del precedente capitolo e con quello della serie classica. Se ci saranno ulteriori sequel difficilmente sapranno tenere il passo dettato da Zombie e anche coi remake credo che la gara sia chiusa. Pace all'anima di Freddy, Jason e compagnia bella.

giovedì 13 gennaio 2011

Dead Set - Zombie Vs. Grande Fratello




Quando ho sentito di questo telefilm ne ho sentito parlare come un”vero” telefilm di zombie e non come quella M***a pattinata di The Walking Dead. Ok, The walking Dead non è proprio una M***a, anche se l'unica cosa valida sono li effetti speciali di Nicotero e il fatto di avermi fatto conoscere il fumetto di Kirkman.
Dead Set è proprio un altra cosa. Questa piccola serie britannica andata in onda su Mtv è abbastanza amatoriale da poter essere scusata di alcuni difetti ma al contempo è proprio per la sua essenza low budget ad essere così vicina ad un filmazzo zombie vecchia scuola.
Come i film di Romero usavano gli Zombie per fare una satira sociale sul consumismo questa serie usa gli zombie per mostrare un aspetto più attuale. Il Grande Fratello televisivo è, nel bene e nel male, uno specchio della realtà di questo inizio di millennio.
La serie ipotizza un attacco di non morti durante il Grande Fratello appunto. Con gli inquilini della casa chiusi dentro e i morti fuori. L'eroina della serie è una segretaria di produzione che suo malgrado si ritrova a dover affrontare una realtà fuori da ogni immaginazione. Sono proprio i personaggi ad essere il punto forte di questa serie. Abbiamo un eroina non proprio inapprensibile il cui moto è “finché respiriamo siamo migliori di loro”, poi abbiamo i vari concorrenti del Grande Fratello che che vengono catapultati dal Reality alla Realtà. Il macho della situazione si trova a suo agio con i calibri pesanti e si diverte a cecchinare gli zombie, l'intellettuale invece fa un po' da ago della bilancia alla morale del gruppo ma cade vittima delle sue stesse contraddizioni. E' vero, ci sono personaggi stereotipati come il cinico produttore del reality o le concorrenti che da un sogno patinato si ritrovano in un incubo rosso sangue. Ma questi personaggi servono molto a sdrammatizzare la situazione, a tratti davvero pesante. Infatti nonostante la serie conti solo 5 puntate di durata di 30 minuti (solo la prima dura un ora) riesce a far fare di tutto ai personaggi, dal dover fare i conti con la propria coscienza, con i propri bisogni fisici (il produttore si trova chiuso in una stanza, assediato dalla presentatrice zombie, ed ha la cattiva idea di ubriacarsi e di mangiare cibo andato a male... quello che entra... deve anche uscire. Con lui nella stanza, c'è anche l'ultima eliminata dal reality... un momento davvero “peso”). Anche quando le cose sembrano andare bene e sembrano dover portare ad una lieta conclusione arriva sempre qualche non-morto a mordicchiare e a seminare il panico tra i pochi superstiti.
Anche gli effetti speciali sono di grande effetto nonostante l'evidente limite di risorse. Le teste esplodono, i corpi vengono lacerati, non si risparmiano certo le crudezze ma nel contesto risultano più divertenti, grottesche che puramente Gore.
Ma la cosa più importante, a mio avviso, nel confronto con The Walking Dead, è che Dead Set riesce dove il primo ha fallito. Prima di tutto Dead Set è molto più horror, secondariamente riesce a costruire situazione e personaggi in maniera molto più convincente e coinvolgente.
Dead Set non ha un finale felice ma almeno ha un finale.

domenica 9 gennaio 2011

personale

la mia idea era di non riempire il blog di stronzate da diario. Credo di avere eliminato la parola Diario dalla mia vita, dopo averne scritto tanti.
il nuovo banner "mondo cane" è solo un titolo e in qualche modo un omaggio ai vari mondo cane, documentari e progetti musicali. L'idea è di scrivere una storia squallida ma realistica da poter condensare in otto pagine di sceneggiatura per un fumetto da poter poi proporre in giro.

Il bello è che mi sto incasinando la vita con progetti grafici inconcludenti ed inutili.

Scrivere recensioni? beh è una cosa che mi sta impegnando almeno un po, e spero di poterne scrivere ancora altre.

tra le cose da recensire che avevo in mente "shadow" il film di Federico Zampaglione... che devo ammetterlo è un buon film, un bell'horror. serio.
fumetti ne ho letti tanti e che valga la pena di recensire, e per questo intendo che mi hanno suscitato un pensiero originale e critico. non so, potrei parlare della delusione di "bushido", troppo confuso... la conferma che ponticelli è un grande (non vedo l'ora di leggere Blatta)

mah... buon anno comunque
alla prossima