mercoledì 26 gennaio 2011

Halloween – di Rob Zombie



Il cinema horror, soprattutto quello made in USA o mainstream, va a cicli. Negli anni '90 i serial killer mascherati crescevano di numero e macinavano sequel, poi è stata la volta dei remake dei film asiatici, inaugurata da “the ring” e proseguita con ogni film horror il Sol Levante sfornasse (arrivando, assurdamente, a fare il remake di “REC” ). Allo stato attuale delle cose si è arrivati al remake dei film sui serial killer mascherati, come dire da due idee infelici arriveremo ad una intuizione originale? I botteghini dicono di no, gli appassionati pure, forse qualche critico dopo aver visto i remake è riuscito ad apprezzare più gli originali, ma di certo non hanno portato nessun significativo beneficio al mio amato genere.
Bisogna dire però che ci sono stati delle eccezioni, come a confermare la fatidica regola. Questa eccezione ha il nome di Rob Zombie. Il regista aveva precedentemente sorpreso con i suoi “la casa dei mille corpi” e “la casa del Diavolo” e molti, io compreso, temevo che il Rob fosse stato in qualche modo assoggettato alle dure leggi di mercato (ben più spaventose dei film) e temevo per la prematura scomparsa (dal punto di vista artistico-cinematografico) di un così promettente regista.
Molti per “remake” intendono solo rifare gli effetti speciali, digitalizzare qua e la, aggiungere un cellulare per dare il tocco di contemporaneità e poco altro, svilendo in questo modo l'opera originale.
In “halloween – the begining” (questo il titolo originale), si da un contesto alla nascita del Male in Mike Myers, si assiste alla sua trasformazione e si resta colpiti soprattutto dall'apatia del piccolo Mike nel compiere i suoi primi crimini. Ottima la prova interpretativa di Malcom McDowell nella parte dello psichiatra che segue il caso.
In poche parole questo Halloween spaventa ed inquieta rimanendo fedele al primo film di Carpenter.

La vera sorpresa è che Rob Zombie dirige anche il sequel del remake (il massimo della boiata secondo me, in questioni di termini almeno). Tremo all'idea ma con coraggio affronto la pellicola. In questo film si vede che manca un po' di passione (il regista era contrario a questo sequel) ma risulta un film totalmente nuovo rispetto alla saga originale dando così nuova vita al personaggio di Mike Myers e confermando ulteriormente il regista come mio personale Profeta dell'Horror.
Se vogliamo, questo film è il più lisergico di quelli finora diretti da Zombie. Infatti sono numerose le scene con particolari effetti di luce da atmosfera di vecchi film horror (grande passione del regista) e le incursioni nel subconscio malato di Mike.

Un personaggio importante in questo film è la sorella di Mike, unica superstite della famiglia Myers. Lei vive cercando di dimenticare e sembra riuscirci, a parte qualche strano sogno che le ricorda chi lei sia in realtà. A complicare le cose arriva in città lo psichiatra che ha seguito Mike con il suo nuovo libro. Ormai manca poco ad Halloween e per Mike è tempo di ricongiungersi a quel che resta della sua famiglia travolgendo con la sua follia omicida chi si para davanti al suo percorso. Guidato dalle visioni della madre morta (shery moon zombie), che lui vede come un essere pure che conduce un cavallo bianco, torna ad Haddonfield e alla vecchia casa dove tutto è iniziato. E dove tutto deve finire.

Il finale c'è, è tragico e violento, in linea col finale del precedente capitolo e con quello della serie classica. Se ci saranno ulteriori sequel difficilmente sapranno tenere il passo dettato da Zombie e anche coi remake credo che la gara sia chiusa. Pace all'anima di Freddy, Jason e compagnia bella.

giovedì 13 gennaio 2011

Dead Set - Zombie Vs. Grande Fratello




Quando ho sentito di questo telefilm ne ho sentito parlare come un”vero” telefilm di zombie e non come quella M***a pattinata di The Walking Dead. Ok, The walking Dead non è proprio una M***a, anche se l'unica cosa valida sono li effetti speciali di Nicotero e il fatto di avermi fatto conoscere il fumetto di Kirkman.
Dead Set è proprio un altra cosa. Questa piccola serie britannica andata in onda su Mtv è abbastanza amatoriale da poter essere scusata di alcuni difetti ma al contempo è proprio per la sua essenza low budget ad essere così vicina ad un filmazzo zombie vecchia scuola.
Come i film di Romero usavano gli Zombie per fare una satira sociale sul consumismo questa serie usa gli zombie per mostrare un aspetto più attuale. Il Grande Fratello televisivo è, nel bene e nel male, uno specchio della realtà di questo inizio di millennio.
La serie ipotizza un attacco di non morti durante il Grande Fratello appunto. Con gli inquilini della casa chiusi dentro e i morti fuori. L'eroina della serie è una segretaria di produzione che suo malgrado si ritrova a dover affrontare una realtà fuori da ogni immaginazione. Sono proprio i personaggi ad essere il punto forte di questa serie. Abbiamo un eroina non proprio inapprensibile il cui moto è “finché respiriamo siamo migliori di loro”, poi abbiamo i vari concorrenti del Grande Fratello che che vengono catapultati dal Reality alla Realtà. Il macho della situazione si trova a suo agio con i calibri pesanti e si diverte a cecchinare gli zombie, l'intellettuale invece fa un po' da ago della bilancia alla morale del gruppo ma cade vittima delle sue stesse contraddizioni. E' vero, ci sono personaggi stereotipati come il cinico produttore del reality o le concorrenti che da un sogno patinato si ritrovano in un incubo rosso sangue. Ma questi personaggi servono molto a sdrammatizzare la situazione, a tratti davvero pesante. Infatti nonostante la serie conti solo 5 puntate di durata di 30 minuti (solo la prima dura un ora) riesce a far fare di tutto ai personaggi, dal dover fare i conti con la propria coscienza, con i propri bisogni fisici (il produttore si trova chiuso in una stanza, assediato dalla presentatrice zombie, ed ha la cattiva idea di ubriacarsi e di mangiare cibo andato a male... quello che entra... deve anche uscire. Con lui nella stanza, c'è anche l'ultima eliminata dal reality... un momento davvero “peso”). Anche quando le cose sembrano andare bene e sembrano dover portare ad una lieta conclusione arriva sempre qualche non-morto a mordicchiare e a seminare il panico tra i pochi superstiti.
Anche gli effetti speciali sono di grande effetto nonostante l'evidente limite di risorse. Le teste esplodono, i corpi vengono lacerati, non si risparmiano certo le crudezze ma nel contesto risultano più divertenti, grottesche che puramente Gore.
Ma la cosa più importante, a mio avviso, nel confronto con The Walking Dead, è che Dead Set riesce dove il primo ha fallito. Prima di tutto Dead Set è molto più horror, secondariamente riesce a costruire situazione e personaggi in maniera molto più convincente e coinvolgente.
Dead Set non ha un finale felice ma almeno ha un finale.

domenica 9 gennaio 2011

personale

la mia idea era di non riempire il blog di stronzate da diario. Credo di avere eliminato la parola Diario dalla mia vita, dopo averne scritto tanti.
il nuovo banner "mondo cane" è solo un titolo e in qualche modo un omaggio ai vari mondo cane, documentari e progetti musicali. L'idea è di scrivere una storia squallida ma realistica da poter condensare in otto pagine di sceneggiatura per un fumetto da poter poi proporre in giro.

Il bello è che mi sto incasinando la vita con progetti grafici inconcludenti ed inutili.

Scrivere recensioni? beh è una cosa che mi sta impegnando almeno un po, e spero di poterne scrivere ancora altre.

tra le cose da recensire che avevo in mente "shadow" il film di Federico Zampaglione... che devo ammetterlo è un buon film, un bell'horror. serio.
fumetti ne ho letti tanti e che valga la pena di recensire, e per questo intendo che mi hanno suscitato un pensiero originale e critico. non so, potrei parlare della delusione di "bushido", troppo confuso... la conferma che ponticelli è un grande (non vedo l'ora di leggere Blatta)

mah... buon anno comunque
alla prossima