sabato 19 ottobre 2013

Post cumulativo. Un paio di cose su un paio di cose




Ho rivisto “Lords Of Salem” dopo averlo visto al cinema. Con calma.
Rob Zombie ha tirato fuori qualcosa di diverso, meno splatter, più curato visivamente. Sicuramente Horror (con la H maiuscola). Ispirato agli horror satanici anni '70 con una fotografia debitrice sia ai film di quel periodo (gli esterni molto panoramici, sgranati) sia a Kubrick e la sua mania per le simmetrie e prospettive ordinate, asettiche, protagoniste.
In qualche modo sono però presenti varie firme tipiche del lavoro del regista. La psichedelia ha un ruolo più centrale ed è amalgamata con la storia e la narrazione mentre le creature grottesche sono presenti in maniera più massiccia (sono apparse di sfuggita nel suo primo lavoro nella figura del dottor Satana). A queste creature sono affidate le parti più horror in senso classico.
A differenza dei suoi precedenti lavori i personaggi sono meno sopra le righe, non c'è un Capitano Spolding e tutto il suo circo di psicopatici che tanto hanno fatto per il successo di Mister Zombi. Manca del tutto l'umorismo nero in pratica. Forse è questa mancanza che ha compromesso un po il successo del film. Certe scene potrebbero sembrare ridicole (le invocazioni delle streghe ad esempio), potrebbe sembrare una scena quasi dilettantesca. Le tre sorelle ricordano in qualche modo le Streghe di Eastwich, e servono ad alleggerire il film (anche se forse un po' più di peso a me non sarebbe dispiaciuto). In conclusione non il miglior Zombi ma neppure il segnale di una magia che si è interrotta. Go Zombi, Go!!!


Parliamo di fumetti.
Tiene banco da un po la figura di Roberto Recchioni e i suoi due principali lavori. Orfani (il primo bonelli a colori) e il rilancio di Dylan Dog iniziato questo mese (ottobre 2013) e destinato a durare un anno esatto alla termine del quale si avrà un “downgrade” del personaggio.
Orfani è presentato come una novità, un progetto coraggioso. Dalla lettura del primo numero però appaiono chiare due cose. La novità risiede solo nel colore e che il progetto non è così coraggioso. Le recensioni uscite anche prima dell'uscita in edicola mi hanno costretto ad una lettura col “coltello tra i denti”, ero pronto a notare i buchi di sceneggiatura che effettivamente ci sono. Ma magari nei prossimi numeri queste imperfezioni verranno spiegate ed appianate. Sinceramente non mi ha colpito poi tanto e l'ho trovato un po ingenuo. I disegni e i colori non sono particolarmente spettacolari e la paura che la qualità complessiva cali è grande.
Il vecchio Dylan invece resta il “vecchio” Dylan, nel bene e nel male. Non mi ha colpito per niente e ho trovato la storia poco chiara e forse altezzosa.
E' vero che queste due “nuove” uscite avranno spinto qualcuno degli gli ormai tanti disillusi dai Bonelli a tornare in edicola ma non sono sicuro che molti di questi rispetteranno l'appuntamento mensile con le due serie citate. Letture d'intrattenimento, nulla più.


martedì 6 agosto 2013

di vacanze, rpg, fps

Da un po' progettavo il mio ritorno al videoludico divertimento. Le console sono scese di prezzo ma non le regalano ancora e quindi era doverosa una riflessione pre-acquisto. Poi c'è la questione HD, e a casa viaggiamo ancora di tubo catodico a manetta. Fatto sta che decido di farmi un pc nuovo appena decente dato che quello vecchio era divenuto lento pure con la sola navigazione web e dopo 5 anni di onorato servizio l'ho rottamato, svuotandolo delle poche cose che ancora potevano servirmi; alimentatore e lettore DVD-Rom con la promessa di aggiornarlo pian piano. La prima spesa è stata per la scheda grafica e così con un importo pari ad una console di questa generazione che stanno per divenire obsolete ho preso un Nvida 650 ti Boost (che la danno come entry level ma credo che soddisfi a pieno le mie necessità anche perché ancora non ho uno schermo HD). E ho ripreso a fare le full-immersion di videogaming. Non le facevo da un po. Tre, quattro anni senza (o quasi) toccare un gamepad. Sono ancora di più gli anni che non tocco un basso, o una canna ma questa credo sia la proverbiale “altra storia”.
Così ho preso qualche gioco tanto per provare; Blood Dragon, Oblivion e Fallout 3. Quest'ultimo è il gioco più complesso che mi sia capitato di giocare e le ambientazioni, i paesaggi sono quello che la generazione PS2 non aveva. A parte la complessità ovvio. Un gioco bastardo forte dall'inizio. Credo che questo genere sia definito ORPG ovvero Occidental Role Play Game, in contrapposizione ai JRPG dove la J sta per Jappan (figa). Se vuoi può essere uno sparatutto, ma il sistema di sviluppo personaggio e la natura aperta del mondo oltre ad una struttura immersiva lo differenzia dai classici FPS che ho avuto modo di provare. Gli FPS, gli sparatutto insomma, sembra che in questa crepuscolare generazione di consolle abbiano avuto un forte sviluppo e se vogliamo Revival, dato che ho ricordi remoti di un Kiss psycho cyrcuss e Half-Life per pc (perentesi di Doom compresa). Nella PS2 titoli come Call of Duty non avevano il seguito che anno ora, forse per un multiplayer ormai massivo e abbordabile.
Rage, altro sparatutto con armi fantascientifiche (circa) è a differenza di Fallout 3 fin troppo lineare. Belli i paesaggi, ok, ma l'esplorazione limitata non aiuta a goderne. Grafica bella si ma non troppo impegnativo come gioco. Di certo non si hanno problemi di rimanere senza proiettili o soldi, cosa che su Fallout succede e mi è successo e non è affatto piacevole. Però l'esperienza serve a farti pesare ogni colpo che spari e l'esperienza gratifica, cosa che non succede con Rage. Gli elementi GDR impreziosiscono Fallout dando molti limiti ma anche altrettanti bonus da poter sfruttare.
Questi sono i giochi a cui ho giocato maggiormente. Ho giocato a Batman Arkham Asylum e l'ho trovato una bella avventura. Bioshok, il primo l'ho finito in un paio o tre sessioni di gioco. Una volta capito che se muori le ferite ai nemici rimangono è tutto in discesa.
The Walking Dead finito
Assassin Creed da finire
Oblivion appena iniziato
Batman Arkham City appena iniziato
Dead Space 2 appena iniziato
Sleeping Dog appena iniziato (ho giocato ad altri True Crime ma questo è diverso, vediamo come regge il confronto con GTAIV!)
gta iv da iniziare
borderlands 2 da iniziare
remember me da iniziare.

Queste sono le mie vacanze, il mio futuro.
Queste cose mi terranno lontano da pensieri cattivi e faranno fermentare le idee che ora non riesco a definire.

domenica 7 aprile 2013

del blog, le intenzioni e la fottuta realtà

Quanto ho aperto questo blog la mia intenzione era quella di mettere per iscritto la mia visione del fumetto-mondo. Mi stavo facendo delle opinioni ma ancora oggi non sono riuscito a dare senso alla marasma di pensieri che riguardano questa bistrattata forma d'arte e intrattenimento. Intento fallito. Non ho scritto che brutte recensioni. di film, mica di fumetti. Da qui la virata personal patetica, abbandonata miseramente pure questa dato che non ho prodotto niente di nuovo-buono.

Cerco di impegnarmi, questo sì. Ma mi spengo facilmente nella noia.

Cosa farò di questo blog? Lo lascerò morire? Non mi va di lasciarlo morire. Posterò cose varie, miei pensieri sparsi, se sarò ancora capace di pensare. Intrugli di fotografia e disegni fatti coi piedi di un bambino affetto da sonnambulismo.

Un'altra volta, la realtà è stata un duro colpo alla mia autostima minata da paranoie che si manifestano raramente ma che vengono sommerse da quintali di cose che non sono migliori nella vita di ogni giorno; tanto da farmele desiderare, per poterle sezionare, catalogare, affrontare e forse capire.



domenica 30 dicembre 2012

RAMPAGE


nessuna morale nessuna ragione



Di fronte a Rampage, filmetti come "wanted" perdono definitivamente il loro valore (presunto o intrinseco). Se volete un cattivo che spacchi i culi, in questo film lo troverete. 
Anche "elephant" impallidisce di fronte all'insensata strage che il nostro compie senza senso apparente (ma con una metodica, maniacale organizzazione). L'unica parvenza di moralità viene affidata ai videomessaggi dello stragista, in un certo modo lucidi, affilati e cattivi.
Al contrario di "elephant" il film non racconta, romanzandoli, fatti realmente accaduti ma per il modo in cui è girato sembra comunque di vedere un giorno di ordinaria follia qualunque che troppo spesso riempie le cronache di un TG qualunque.
Il regista, Uwe Boll, non è certo famoso per la qualità dei suoi film e nella sua filmografia non c'è un solo titolo che lo salvi dalla qualifica di "peggior regista del mondo". Forte di questo e quindi non sentendosi in dovere di soddisfare aspettative ne cercando di smentire i detrattori confeziona un mockumentary se non perfetto comunque rispondente a tutte le caratteristiche del genere. Il quasi perfetto è per il realismo non sempre coerente che consente allo spettatore di effettuare la cosiddetta "sospensione della realtà", ma comunque a fine film ci si aspetta di vedere la scritta "ispirato a fatti realmente accaduti".  
ecco il simpatico protagonista...

martedì 6 novembre 2012

il sano esercizio dell'ultra-violenza


Io sono un fan dell'Ultraviolenza, di quella violenza gratuita, senza senso, fine a se stessa, denigrata ma, allo stesso tempo, morbosamente accettata. Molte volte questa violenza viene usata per attirare un pubblico in cerca di forti emozioni, senza troppo impegno. Di questa mercificazione e denaturazione della violenza, spesso mitigata da facili risate e battute a grana grossa come le tette delle protagoniste dei film (o dei fumetti) che promettono "more gore", sono meno entusiasta. Per me la violenza, l'Ultraviolenza, è un esercizio di stile e non solo un modo per shockare il pubblico.

Di violenza nei fumetti si è parlato da sempre e se ne è parlato a lungo e non sempre questo dialogo a portato soluzioni meno gravi del problema. Mi riferisco al periodo in cui la violenza nei fumetti era bandita. Batman smise di sparare e Cap America lasciava il lavoro sporco alla sua spalla. Questo tabù è ormai caduto e oggi si è arrivati alla spettacolarizzazione della violenza, la sua consacrazione. Batman, Wolverine e The Punishe sono i primi super-eroi a non essere totalmente buoni.

In tempi più recenti, Mark Millar è stato alfiere di questa nuova ondata di sangue e budella grondante dalle pagine patinate dei comic-book. In Giappolandia Ichi the killer e Shamo, ad esempio fanno scuola (ancora insuperato il primo, a mio avviso). Alla fine, quello ultra-violento è diventato un genere e come il new-metal hanno iniziato a farlo tutti.

sabato 22 settembre 2012

THE DIVIDE


The Divide è un film che ho visto senza sapere cosa aspettarmi, almeno non precisamente. E' raro che mi capiti, di solito leggo qualche recensione o ho qualche idea preconcetta. Sapevo che era un horror atipico o un film di fantascienza. Insomma non sapevo se era un buon film o una schifezza e me lo sono guardato con atteggiamento neutro ma anche abbastanza critico.
L'inizio è confuso. Un'esplosione sopra una città vista da una finestra dalla quale guarda una ragazza. La ragazza sta piangendo. Dopo di che, CAOS. Gente che fugge da tutte le parti. La ragazza viene trascinata via. Alla fine si rifugiano nello scantinato di un palazzo. Tutto questo accade in tipo due minuti. Nello scantinato c'è un tizio, il manutentore del palazzo stesso, che ha trasformato lo scantinato in una sorta di bunker anti-atomico. Presentazione dei personaggi veloce. La ragazza della finestra, il ragazzo che all'inizio sembra solo un nerd, una madre con la bambina, tre ragazzotti classici teppistelli con i giubbotti di pelle, un uomo di colore e il tipo strano con la paranoia radioattiva che non permette a nessuno di uscire dal bunker per paura delle polveri radioattive. La tipica situazione da stanza chiusa insomma, dove i caratteri dei personaggi dovrebbero venire fuori piano piano dal modo di reagire ad una situazione imprevista. Niente di nuovo né per gli horror né per la fantascienza. Il fatto di sapere che è (forse) un film di fantascienza mi fa aspettare degli alieni.
Qualcosa deve pur succedere, o no?  Intanto la paranoia, antipatica da manuale, del tipo tiene vivo il gruppo e iniziano le prime tensioni. Poi qualcosa succede, qualcuno cerca di entrare e sembrano proprio dei cazzo di alieni o qualcuno con l'equipaggiamento adatto per combatterli. Prepongo per la seconda e mi soffermo un attimo sull'equipaggiamento, sembrano usciti fuori da qualche videogioco e in fondo fanno il loro porco effetto, ancora poco per giudicare la qualità del film dagli effetti speciali. Da come si muovono sembrano soldati, minacciano con le armi e non dicono una parola mentre i rifuggitati aspettano una risposta alle loro molte domande. Non sono amichevoli ne disponibili, usano violenza e strappano la bambina alla madre e la mettono dentro una specie di sacco anti-radiazioni. Qualcuno si ribella, scappa e cerca di nascondersi ma i soldati sembrano determinati a non farsi mettere sotto e mentre un gruppo di loro porta via la bambina alcuni di loro, armi spianate, danno la caccia ai poveri superstiti. Beh, alla fine i soldati hanno la peggio e il gruppo si ritrova con uno dei ragazzotti feriti, una bambina in meno ed una tutta anti-radiazioni in più... e un fucile super-tekno che l'antipatico paranoico non vuole mollare.
(Noto qualche illogicità nella situazione ma và beh...)
La povera madre inizia a dare di matto e decidono di chiuderla in una stanza dello scantinato. Io, segretamente, spero che il film si trasformi in u n Kn il Guerriero dato che la situazione assomiglia a quando Toki chiude tutti dentro al rifugio e lui resta fuori a godersi le radiazioni. Volevo un film dl genere sapendo che, se nella remota eventualità avessero deciso di usare un incipit simile il risultato sarebbe stato quanto meno ridicolo.
Uno di loro, dei sopravvissuti, esce fuori per provare di recuperare la bambina. Vestito della tutta del soldato morto si avventura oltre quella porta dove sono svaniti gli strani soldati. Si trova in quella che sembra un corridoio di un astronave ma è solo una specie di tenda di contenimento. Saltando i particolari il tipo viene scoperto ma riesce a tornare alla base anche se senza bambina. I tipi di fuori saldano la porta e intrappolano definitivamente i sopravvissuti dentro al bunker-scantinato .
Da qui il film inizia a prendere una strana piega. Il cibo inizia a scarseggiare, si formano alleanze all'interno del gruppo. Alleanze e sospetti che portano i sopravvissuti a trasformarsi in bestie peggio dei predoni di Ken il guerriero... il film scorre in un crescendo di insana violenza fisica e mentale. Ad un certo punto mi sembra di riconoscere in uno dei ragazzotti Milo Ventimiglia, quello di Heroes, ma non ne sono sicuro. Tutti gli altri attori sono a me sconosciuti.
Alla fine del film, nei titoli di coda, mi tolgo la curiosità. Era lui, il Milo Ventimiglia di "una mamma per amica" in un film sadico come un pugno in faccia ad una donna.
Era da Martyrs che un film non mi colpiva in quel modo violento ma attraente.
Applausi.

sabato 7 luglio 2012

Lobotomia (dead of the undead)


Una forte emicrania lo  perseguitava da diverso tempo. Molteplici voci rendevano incoerenti i suoi pensieri. Era allo stremo. Non dormiva e vistose occhiaie cerchiavano i suoi occhi. Occhi che affogavano in un misto di pazzia, paura e orrore. Si guardava allo specchio, il suo sguardo si spense e non ebbe bisogno di ulteriori indugi, spense ogni stimolo esterno, isolando le voci che urlavano e scalpitavano chiuse in quella gabbia mentale. Aprì il cassetto e quando ebbe in mano il freddo metallo della sua 9 millimetri lo soppesò un attimo, poggiandoselo sulle gambe. La soluzione definitiva. La cura per il male che lo affliggeva era li, tra le sue mani, rinchiuso in una capsula di rame azionata da un micidiale meccanismo.



Rumore sordo e di nuovo il silenzio.
Silenzio finalmente.
Anche nella sua testa.

Dal cranio scoperchiato usciva una mano umana, si muoveva come a cercare di afferrare qualcosa, mentre il corpo del suo ospite giaceva a terra riversando copiose quantità di sangue sul pavimento.