sabato 18 giugno 2011

Lords of Chaos (bordello nella testa)


Lords of Chaos è un libro un libro sul Black Metal e sulla sua feroce apparizione nella scena musicale e nella cronaca nera, con uguale intensità, nella prima metà degli anni novanta in Norvegia e via via in altre regioni Scandinave, nel resto d'Europa e negli Stati Uniti (anche se adesso ci sono formazioni in Cina, Nuova Zelanda, Medio Oriente...).
Per chi conosce questa scena musicale sa che viene associata al satanismo, in modo più o meno sbagliato. In questo libro viene analizzato il rapporto effettivo col satanismo da parte degli appartenenti alla scena e sopratutto viene analizzata la vicinanza ideologica al nazionalismo e al nazismo.
Ho riflettuto sul rapporto controverso tra musica e politica, in un contesto territoriale.
La Sardegna non è la Norvegia ma le tradizioni pagane che hanno dato un identità al Black metal e fornito un alibi più ponderato e meno infantile del Satanismo per il rogo delle chiese sono presenti in un modo abbastanza simile. Ovvero, di simile c'è la riscoperta, da parte di molti giovani delle radici pagane della Nostra Isola. Per la maggior parte queste radici sono vendute sotto forma di Souvenir ai turisti o come una scusa per far bisboccia; ma c'è una parte di persone che si occupano di queste radici seriamente e si impegnano per raccoglierle e tramandarle. Appare ovvio, quindi, che la riscoperta di queste radici va di pari passo con la nascita o l'evoluzione di qualche movimento politico che mette un forte accento sulle tradizioni storiche e culturali della Sardegna. Un movimento che attira i giovani che a loro volta vengono attratti dal "mondo che c'era una volta" fatto di tradizioni ancestrali, janas e figure minacciose rappresentate tuttora dal baccano delle maschere tradizionali del carnevale.

Il Black Metal norvegese ha compiuto questo cammino di avvicinamento all'ala ultra nazionalista tramite una condivisione di simboli ma non credo abbiano molto di più in comune anche se molti personaggi chiave (Varg Vikernes su tutti) si schierano in maniera controversa sulle posizioni dei movimenti anti-semiti. Va detto che la Norvegia non è l'America e il problema dell'immigrazione non è a livello da poter dare una qualche giustificazione sociale alle prese di posizione. Secondo me c'è stato un processo di avvicinamento da parte dei Nazionalisti norvegesi verso la scena Black Metal quando hanno visto in loro un potenziale distruttivo e propagandistico. Per sua natura il Black Metal è un genere estremo, sotterraneo e oscuro. L'evoluzione che c'è stata dai Venom ai Mayhem è molto profonda. Dai testi infantili e inneggianti al "signore oscuro" ai testi di matrice fantasy. Poi si scopre che la loro terra, la Norvegia ha molto da condividere col fantasy che loro interpretavano nei Giochi di Ruolo e prendono molto seriamente la mitologia Norrena e qui ci può essere il primo punto d'incontro tra la musica e la politica. Il nazismo Hitleriano è impregnato di mitologia, di rune e di temi e valori figli di quella cultura ormai sepolta. Il resto è tutto, o perlopiù -secondo me- figlio dell'attenzione morbosa dei media.

Per ultimo, quello che vorrei dire è che la musica schierata politicamente non è solo il Black Metal e personalmente non mi riconosco negli ideali espressi da molti gruppi ma continuo ad ascoltare la loro musica, forse con più coscienza sul significato delle loro canzoni. Dicevo condannare un genere musicale perché schierato politicamente è ingiusto. In Italia la musica schierata politicamente esiste e ha raggiunto posizioni in classifica, certo esiste anche una realtà underground meno nota ma gruppi come Modena City Rumblers, 99posse sono noti al grande pubblico e nei loro testi sono espliciti i riferimenti a politiche sinistrorse. Sarebbe ipocrita dire che fanno musica "socialmente impegnata" come ascoltare gli Assalti Frontali non fa di me uno "impegnato politicamente o socialmente".

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