stavo pensando di scrivere qualcosa sul ruolo delle donne nei fumetti ed è quello che farò ma mi permetto di ignorare Mafalda di Quino che non credo di riuscire ad inserirla nel contesto.
iniziamo
il fumetto generalmente viene inteso come una cosa "da ragazzi". Ma forse sarebbe più corretto iniziare a parlare al passato.
essendo una cosa da ragazzi il fumetto non dava molto spazio al gentil sesso. Ed è andata così per mooooolto tempo, cioè fino a quando nelle pagine dei fumetti iniziarono ad apparire le BadGirl. Come capostipite di questa specie alquanto pericolosa viene (unanimemente?) indicata Vampirella. E di certo non è un icona del femminismo. Fatto sta che nonostante tutto la procace vampira sia arrivata fino a noi e grazie a lei le donne hanno iniziato a frequentare il mondo dei fumetti.
In Giappone le cose invece vanno diversamente in quanto, gli amici del sol levante, hanno una cosa strana, utopica quasi, gli SHOJO cioè i fumetti per le ragazze!!! (impensabile). Quindi non è impensabile pensare che qualche ragazza che legge le sue avventure romantiche a fumetti sogni di diventare una autrice. Così abbiamo le Clamp, Rumiko Takahashi (che viene indicata come una delle donne più ricche del Giappone), Rioko Ikeda e tante altre che ad elencarle tutte si rischia di dimenticarne qualcuna. Quindi nel paese del sol levante le donne hanno un ruolo attivo nei fumetti e non rilegato a quello di "oggetto del desiderio".
Gli anni passano e i manga sdoganano in occidente e con loro un mare di nuovi stimoli culturali che esplodono letteralmente con gli Anime degli anni 80 che oltre ai robottoni virili ed eroici propongono anche storie romantiche e tristemente dolci. Fino ad arrivare alla seconda invasione. Sailor Moon e le sue guerriere alla marinara (niente a che fare con la Pizza) guidano una vera e propria invasione a tappetto, su tutti i fronti.
Ora non è strano incontrare ragazze (anche donne ormai) esperte di fumetti peggio di certi nerd-otaku e anche se in tono minore iniziano ad apparire anche da noi eroine dei fumetti, il primo esempio che mi viene è quello di Legs Weaver, comprimaria della serie fantascientifica Nathan Never e poi titolare di una sua testata nella quale iniziano ad apparire anche nomi di donna tra i titoli di coda.
Ora abbiamo Giulia (bellissimo giallo) ma abbiamo anche donne che diventano autrici di fumetti e che riscuotono un certo successo (niente a che vedere con le loro controparti nipponiche...) abbiamo Elena de Grimani, dany&dany, giovani donne che lavorano perlopiù per il mercato estero. Ma abbiamo anche Paola Barbato che oltre a scrivere bellissime storie per Dylan Dog (lui e le donne... un altro caso che dovrei approfondire, ma vi annoierei) è una apprezzata scrittrice di gialli.
Insomma viva le donne (yatah)
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