domenica 18 settembre 2011
Sucker Punch
"Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno." cit Edgar Allan Poe
Questo film, "sucker punch" è stato atteso al varco da molti. Un film con molte buone premesse, ultimamente, significa una grande delusione, fregatura. A leggere un paio di blog e recensioni in giro si capisce che l'Italia non si fa abbindolare da promesse di "alice nel paese delle meraviglie coi draghi e i mitra" (ma se lo avrebbe detto tremonti magari ci avrebbe pure creduto...).
In effetti il film è quello che mi aspettavo. una bella confezione ma abbastanza povera di contenuti. Appena uscito nelle sale americane, su DeviantArt, imperversavano fan-art e cosplay. Cose che spaventano. Come "avatar" che mi sono rifiutato di vedere. Però questo "sucker punch" avevà un nonsochè di underground, di giovane e alternativo che mi ha fatto vincere "la paura".
L'intro è spettacolare. Da graphic novel. Con una Sweet Dream triste e disperata, schizofrenica cantata dall'attrice protagonista Emily Browning (aka Babydoll). Mi fa quasi desiderare che tutto il film sia su quel registro. In breve, l'intro, parla di una ragazza a cui muore la madre. Il patrigno cattivo però vuole impossessarsi dell'eredità e tenta di uccidere la ragazza, non ci riesce e prova a fare lo stesso con la sorella della protagonista, più giovane e indifesa. Nel tentativo di difenderla la uccide accidentalmente, dando così al patrigno un occasione d'oro per impossessarsi dell'agognato patrimonio. Fa rinchiudere la figlia in un manicomio e elargendo mazzette riesce a prenotare una lobotomia per la figlia. La storia inizia qui. Però è un altra storia. Quella di Babydoll, un orfana, venduta ad uno strano, esclusivo e particolare bordello. Con le sue amiche di disavventura Rockett, Amber, Blondie e Sweet Pee organizzano la fuga. I protagonisti sono gli stessi che vediamo nel breve intro, ma interpretano ruoli diversi, così abbiamo la psicologa che diventa maitress, il dottore che diventa il padrone del bordello e così via. Già questo cambio di binario, o questa corsa a doppio binario potrebbe disorientare ma come in un gioco di scatole cinesi, si amplia ancora e così veniamo catapultati in quel mondo che il regista ha definito "un paese delle meraviglie con i draghi e i mitra". Infatti la nostra Babydoll, quando deve ballare, con la bella canzone di Bjork "army of love", entra in un mondo tutto suo dove è una guerriera vestita alla marinara (niente cristalli della luna però) armata di pistola e katana che deve combattere di volta in volta (struttura da gioco di ruolo con grafica da videogame) mostri sempre più potenti sconfiggendo i quali riceve degli "oggetti" (items) che servono a liberarla . Questi oggetti poi vengono usati nel mondo "reale" e raccolti tutti dovrebbero consentire la fuga delle ragazze.
Alla fine non va tutto bene e le compagne di Babydoll muoiono ad una ad una (a dire il vero muoiono nel giro di 10 minuti...) chi si sacrifica per salvare l'eroina, chi viene giustiziata. Alla fine si salva solo l'eroina, Babydoll, e Sweet Peach ma alla fine, in un lampo di consapevolezza Babydoll capisce di essere lei "l'oggetto" misterioso, l'ultimo che garantisce la fuga da quel mondo e sacrificandosi permette la fuga dell'amica.
Poi la scena torna al manicomio dove osserviamo come i danni prodotti nel mondo alternativo siano successi anche in quello reale.
cazzettone finale
END
allora in tutto questo spostarsi in mondi paralleli bisogna dire che visivamente è un gran bel film. Potente nelle parti fantasy e romantico in quelle più reali del bordello, tanto da farlo assomigliare per certi versi a Moulin Rouge, vuoi per le musiche e la loro funzione vuoi per l'ambientazione. Il lato negativo sono le domande senza risposta e il gusto di insoddisfazione alla soluzione finale... ma per alice nel paese delle meraviglie con i draghi e i mitra non si deve chiedere troppo.
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